26 giugno 2008

Bike-kitchen

In realtà ero stato invitato presso un locale di tendenza quasi una galleria d'arte alla mostra fotografica “ intrusi - storie di ordinario ciclourbanismo ” di Flavia Faranda, dove la serata sarebbe poi continuata con una dimostrazione dei "ragazzi" che, mi dissero, avrebbero montato una fissa "dal nulla".


Giunto in via Solferino al civico 48 mi son trovato davanti ad un ristorante, un posticino cool, di tendenza e rotti gli indugi & varca la soglia, seguendo la musicagiungo al piano inferiore dove trovo in una saletta una nutrita folla di spettatori. Il Bike-kitchen era già iniziato.


Con il termine Bike-Kitchen "gli 'merigani" intendono "ciclofficina", nella accezione del termine più artigianale e casalingo. Ma per noi popolo di Poeti Santi & Navigatori, del pedale, se si mettono insieme i termini "Bicicletta" e "Cucina" il concetto cambia e cambia parecchio.


Quindi la formula nostrana, (già collaudata con successo), prevede che all'interno di un luogo in cui si consumino cibi e portate, alcuni individui (generalmente competenti) mettano in atto una performance inerente al vasto e variegato mondo del Velocipite. Tale performance, di solito, riesce meglio se accompagnata da musica o altri generi artistici non legati al mondo, come già anticipato, vasto e variegato del pedale.


Per essere ancora più precisi, in questa occasione mi sono trovato davanti ad un'occasione di "alta-Bike-Kitchen", per cominciare la musica era a cura di Otolab ( www.otolab.net ), che vedeva la "straordinaria" partecipazione del "Diabolico Reverendo" alla console. Poi la bici in costruzione non era una "normale 666", ma bensì una edizione "in Serie Limitata" con pregiate tubazioni Cinelli e raffinate congiunzioni cromate. Spettacolare.


Naturalmente montata con accessori al top della gamma. Anche la "location" era veramente elegante ed originale, UTZ Food&motion, e visto che ci hanno offerto la birra, mi par giusto fare un minimo di réclame ( UTZ food&motion ).


Non è la prima volta a cui assisto all'unione di diverse forme d'arte, (o di pregiato artigianato), decontestualizzate dalla loro originaria sede, forme che fondendosi o sofrapponendosi l'una all'altra creano momenti di insolita bellezza, però questa volta era differente sia per stile che per ritmi, linguaggi e gestualità. Il ritmo delle sonorità davano al procedere dell'assemblaggio una naturale sequenza che bene si abbinavano al veloce prender forma del mezzo.


Infatti già da quando era ancora tutto steso e sparpagliato sul lenzuolo bianco, quella composizione esprimeva la reale complessità che si cela dietro alle cose "semplici" come una bicicletta, bicicletta che prendeva via via forma dall'alternarsi di semplici azioni e complessi passaggi manuali. Et Voilà !

Peace & Beer Zanna

05 giugno 2008

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Peace & Beer Zanna